Risarcimento Danni Malasanità
Numero Verde Risarcimento Danni Malasanità

Ci occupiamo solo di casi di malasanità con decessi e gravi invalidità.

Se vuoi ottenere un equo risarcimento danni a causa di un errore medico, ti seguiamo in tutta Italia.

Tuteliamo i diritti del malato. Il nostro Studio Legale è specializzato in responsabilità medica e della struttura ospedaliera.

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Avv. Bruno Sgromo
Le Fonti - Premio miglior studio legale dell'anno

Premiato come Studio Legale dell'anno in Responsabilità medica nel 2016, 2017 e 2019 e come Avvocato nell'anno in Responsabilità medica nel 2018

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Difendiamo la gente comune
e veniamo pagati solo a risarcimento avvenuto


Risarcimento malasanità Perugia


Avvocati specializzati in consulenza legale a Perugia

Lo Studio Legale Sgromo si occupa in via esclusiva di casi molto delicati di risarcimento del danno per errore medico. Se anche tu hai subito un danno a causa di un episodio di malasanità a Perugia, ti invitiamo a leggere quanto segue:

Sono l’avvocato Bruno Sgromo e sono specializzato in casi di risarcimento per malasanità. Con un’esperienza ultradecennale, sono tra i pochi professionisti ad occuparsi in via esclusiva di questo ambito legale.

Le competenze e il know how acquisito nel corso di tanti anni di lavoro in questo specifico settore, mi hanno spinto ad organizzare la mia attività su tutto il territorio nazionale. Grazie ad una fitta ed efficiente rete di rapporti, infatti, lo Studio Legale Sgromo può raggiungere qualsiasi luogo, assicurando assistenza e tutela per ogni cittadino, e il tutto avviene a nostre spese.

Tramite i cinque punti che seguono, mi rivolgo a tutti coloro che devono convivere con un’importante invalidità riconosciuta o che devono sopportare il dolore per la perdita di un proprio caro, a causa di gravi errori medici:

  1. Fiducia nella relazione:

    È di primaria e fondamentale importanza per me creare un rapporto di fiducia con il cliente: non mi permetto mai di fare promesse impossibili da mantenere, ma mi presento mostrando i risultati ottenuti dal mio Studio Legale ed i successi conseguiti in anni di attività. A mio avviso, è essenziale affidarsi ad un avvocato esperto in casi di risarcimento per malasanità così delicati ed importanti. In questo modo, i miei clienti possono operare una scelta consapevole, consci del mio modus operandi.
  2. Ottenere giustizia:

    È questo l’obiettivo primario che spinge i miei assistiti ad agire. Due sono le azioni legali che si possono utilizzare per raggiungere questo risultato: l’azione civile e l’azione penale. Il mio consiglio è quello di agire legalmente con l’azione civile, più sicura e più efficace.
  3. Il Patto Sgromo:

    ossia un vero e proprio contratto che condiziona, in termini percentuali, i compensi dell’avvocato e dei medici che lavorano per la buona riuscita del caso al valore della causa (così come sancito dal nuovo codice deontologico forense), dopo aver verificato la fondatezza della causa. Garanzia questa che consente al cliente di non rischiare nulla nella denegata ipotesi che il caso dovesse terminare senza che venga accertata la responsabilità medica o della struttura ospedaliera..
  4. Collaborazione con i medici:

    Fondamentale, per puntare al successo, è la collaborazione tra avvocato ed esperti consulenti medici: solo grazie al loro lavoro è possibile analizzare sotto più punti di vista il caso, senza tralasciare alcun particolare. È un passaggio fondamentale per puntare ad ottenere un adeguato risarcimento e per evitare di incorrere in inutili azioni legali.

    Ogni cliente è ricevuto alla presenza di esperti medici legali o specialisti (che si differenziano a seconda dello specifico caso in esame, ad es. un ginecologo per i casi di ginecologia) messi a disposizione dal nostro stesso studio, professionisti che si sono distinti per aver seguito con successo numerosi casi di risarcimento per errore medico. Inoltre, il cliente può direttamente conoscere il medico specialista che redigerà, ove riscontrata l’effettiva responsabilità della struttura e/o del medico, l’apposita perizia. I consulenti si occupano anche della quantificazione del danno e dell’assistenza agli avvocati durante tutto l’iter. Il tutto, ancora una volta, a spese dello Studio Sgromo.
  5. Prescrizione:

    È importante ricordare che il termine ultimo per agire legalmente per ottenere il risarcimento del danno è di 10 anni dal momento in cui si è verificato l’evento.
Malasanità Perugia

Anche a Perugia si verificano casi di malasanità

Perugia, per competenze professionali e tecnologie all’avanguardia, è una città ad alta specializzazione sanitaria ed un punto di riferimento per i cittadini del capoluogo umbro e delle zone della provincia.

L’attività sanitaria di Perugia viene erogata in due principali ospedali:

  • Policlinico di Monteluce, Ospedale a padiglioni adiacente al centro di Perugia con alcuni edifici in via Enrico dal Pozzo;
  • Ospedale “Santa Maria della Misericordia” struttura a monoblocco situata a S.Andrea delle Fratte, alla periferia di Perugia

Con punti di eccellenza in diverse specializzazioni (dalla Cardiologia, alla Neurochirurgia, all’Oncologia, e molte altre), e strumenti all’avanguardia, questi ospedali garantiscono ai cittadini di Perugia e provincia, un’assistenza sanitaria altamente qualificata.

Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, si sono verificati alcuni casi di malasanità a Perugia che ho seguito con attenzione.

Uno in particolare, è stato gestito direttamente dallo Studio Legale Sgromo, ne riporto una breve descrizione.

Il paziente, nel novembre 2012, subiva un intervento di cistectomia per l’asportazione di una cisti pancreatica c/o l’Azienda Ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia.

A dicembre dello stesso anno, egli veniva – nuovamente – operato, c/o la stessa struttura, onde eliminare un ascesso peripancreatico.

Tuttavia, le condizioni lungi dal migliorare, peggioravano con febbre alta, vomito, disturbi cognitivi e della coscienza.

Le condizioni del paziente rimanevano sempre gravi, ma, comunque, veniva trasferito in altra struttura ospedaliera, ove veniva sottoposto ad un terzo intervento nel febbraio 2013.

Il paziente è deceduto in data 18 marzo 2013, a seguito di una insufficienza multiorgano irreversibile da shock settico.

In particolare, il decesso (avvenuto a seguito dello sviluppo di infezioni opportunistiche multiresistenti in soggetto immunodepresso: Staphylococcus haemolitycus, Staphylococcus warneri, Pseudomonas aeruginosa, Enterococcus faecium, Candida albicans, Candida krusei) era correlato ad un intervento di cistectomia pancreatica con sviluppo di successivo ascesso peripancreatico da fistola, indotto da comportamento negligente, imperito ed imprudente da parte del personale sanitario operante dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia.

Ad oggi, la controversia è ancora pendente.

Premio come Studio Legale dell'anno in Responsabilità medica 2019 - Le Fonti Awards
Premio come Avvocato dell'anno in Responsabilità medica 2018 - Le Fonti Awards
Premio come Studio Legale dell'anno in Responsabilità medica 2017 - Le Fonti Awards
Premio come Studio Legale dell'anno in Responsabilità medica 2016 - Le Fonti Awards
Tiberio Timperi intervista
l’avvocato Bruno Sgromo
Rai 1 – La vita in Diretta
Marco Liorni intervista l’avvocato Bruno Sgromo
Rai 1 – Tempo e Denaro
Elisa Isoardi intervista l’avvocato Bruno Sgromo
Mario Adinolfi intervista
l’avvocato Bruno Sgromo
Beppe Convertini intervista
l’avvocato Bruno Sgromo

Qui di seguito, alcuni esempi di casi di malasanità accaduti a Perugia.

Presunto caso di ustione a Perugia

Malasanità Perugia

Una bimba di un anno ha rischiato di morire per un’ustione alla mano, a causa di un’infezione da stafilococcica e versamento al pericardico. I medici hanno ritardato la diagnosi, rimandando più volte a casa la piccola paziente senza intervenire con la corretta terapia. La bambina ora sta bene, ma i genitori hanno deciso di denunciare i medici.

http://www.perugiatoday.it/cronaca/bimba-ustione-infezione-rischia-morte-genitori-denunciano-medici.html

Caso su un paziente morto di infarto dopo le dimissioni dall’ospedale di Perugia

Malasanità Perugia

Sapeva che qualcosa non stava andando per il verso giusto. Un 50enne di Perugia chiede il soccorso ai medici dell’ospedale per sintomi relativi ad un presunto infarto. Il paziente viene dimesso per ben due volte con un semplice antidolorifico, ma quel dolore al petto rimane. Si fa prescrivere dal medico di famiglia un elettrocardiogramma sotto sforzo, e muore per un infarto proprio mentre svolgeva l’esame.

http://www.perugiatoday.it/cronaca/ospedale-accusa-muore-infarto-paziente.html

Caso di malasanità da parto a Perugia

Malasanità Perugia

Una donna perde il figlio al settimo mese di gravidanza per mancata diagnosi.

http://www.perugiatoday.it/cronaca/parto-gemellare-morte-processo-medici-ospedale-perugia.html

Caso di un uomo che rischia la vita per un mal di schiena a Perugia

Malasanità Perugia

Il neurochirurgo non si accorse di una gravissima infezione in corso che portò poi il paziente di Perugia ad un ricovero “salvavita” nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Perugia.

http://corrieredellumbria.corr.it/news/cronaca/234354/malasanita-va-in-clinica-per-il-mal-di-schiena-e-rischia-la-vita.html

Caso di oncologia a Perugia

Malasanità Perugia

L’uomo che visse due volte, è stato soprannominato questo architetto umbro a cui viene diagnosticato un tumore terminale con soli 3 mesi di vita rimanenti. L’uomo viene operato all’ospedale di Perugia e solo nel corso della visita di controllo, il professore presso cui era in cura si accorge che l’uomo aveva sempre goduto di ottima salute.

http://tuttoggi.info/luomo-che-visse-due-volte-storie-di-malasanita-in-umbria/243164/

Ecco alcuni casi di malasanità risolti con successo

Caso Polito

Trattasi del decesso di una giovane paziente, all’epoca dei fatti di anni 37, sottoposta ad intervento di asportazione di voluminoso neurinoma dell’angolo ponto-cerebellare, presso il PTV.

3 anni dopo, la paziente veniva dichiarata in stato di morte cerebrale.

Successivamente al decesso, gli eredi della sig.ra S.B., ai fini di un bonario componimento della vicenda esperivano, contro la F. PTV, ricorso per accertamento tecnico preventivo, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 696 bis c.p.c., al fine di accertare la responsabilità dei sanitari nell’exitus.

La consulenza resa in sede di ATP, redatta dai consulenti nominati dal Giudice, rilevava come la condotta dei sanitari fosse stata inadeguata ed individuava il nesso causale tra tale condotta e l’exitus occorso alla sig.ra S.B..

I Sanitari, erravano, per non avere seguito l’asportazione totale del neurinoma e per non aver isolato la P., tanto da generare continue complicazioni settiche, determinandone il decesso.

Individuata la responsabilità civile dei sanitari del PTV e depositata la relazione in sede di ATP ex art 696 bis cpc, stante la mancata volontà conciliativa della struttura, veniva notificato ed iscritto, nell’interesse degli eredi della sig.ra S.B., atto di citazione.

Intervenuta la Compagnia assicuratrice della Struttura, in conseguenza di quanto individuato in sede di ATP, la controversia si è definita con il pagamento di euro 900.000,00.

Caso Caiazzo

Gravidanza caratterizzata da placenta previa centrale, emorragie frequenti,necessità di partorire in una struttura ospedaliera che possa intervenire tempestivamente al fine di tutelare la salute della madre e del bambino. 

Mancata diagnosi di placenta previa centrale,  feto nato con diagnosi di tetra paresi spastica  dovuta alla prolungata ipossia cerebrale causata dal distacco di placenta e rottura d'utero, invalidità del 100%. Nonostante il feto sia nato a 28 settimane quindi fortemente prematuro è stata comunque riconosciuta la responsabilità dei medici nella causazione del danno per il 50%. 

"Grazie alle competenze del medico ginecologo di nostra fiducia, del nostro medico legale ed all’impegno degli avvocati dello Studio Legale Sgromo siamo riusciti ad ottenere un risarcimento di 1.350.000€"

Caso Nappi

R. N., 19 anni, a causa di forti e persistenti cefalee, effettuava due accessi presso il P.S. di Ci. Ca. ed il PS. Dell’O. San P., ove con diagnosi di sinusite, veniva prescritto ulteriore terapia. Poiché il mal di testa aumentava sempre più, R. veniva ricoverato in emergenza presso il P.S. dell’O. San P., con diagnosi di meningo-encefalite e poi trasferito presso l’O. Sp., ma non venivano richiesti accertamenti urgenti. Dopo pochi giorni R. decedeva, con diagnosi di “meningo-encefalite (ndd). Insufficienza respiratoria acuta-coma- trombosi venosa dei seni intracranici (sn)-infarto cerebrale sin-morte encefalica”.

Al fine di accertare la responsabilità delle Strutture i genitori proponevano ricorso per A.T.P.. 
“Il processo sinusitico acuto è stato trattato con superficialità e leggerezza sin dall’inizio”, sono state negate al paziente chance di sopravvivenza.” così si pronunciavano i CC.TT.UU. nel proprio elaborato peritale, riscontrando la responsabilità di entrambe le Strutture, per non aver considerato la sintomatologia, avere errato nella diagnosi di meningite (in luogo di quella corretta di trombosi dei seni), non aver eseguito le dovute indagini diagnostiche e la terapia adeguata

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